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E SE LO VIZIO? UNA RIFLESSIONE SUL BISOGNO DI CONTATTO NEI PRIMI ANNI DI VITA"

Sei appena diventata mamma e i consigli esterni ti fanno sentire inadeguata?

Il tuo istinto ti dice che la cosa migliore per te e il tuo bambino è rispondere ai suoi bisogni, alle sue richieste, e ascoltare quell'impulso profondo che ti spinge a tenerlo vicino, il più possibile.

Ma…

Da fuori continuano ad arrivare avvertimenti che mettono in dubbio il tuo sentire:

Non tenerlo troppo in braccio. Non dormire con lui. Non rispondere subito, altrimenti prenderà il vizio. Lascialo piangere un po’, deve imparare ad essere indipendente.

Hai mai sentito queste frasi? Come ti hanno fatta sentire?


So bene cosa hai provato, perché anche io ci sono passata. Ricordo quando tenevo il mio bambino in fascia: lui si rilassava fino ad addormentarsi, io lo tenevo lì, al sicuro, vicino al mio cuore, e mi sentivo in pace. Poi arrivavano quelle voci esterne, e la mia sicurezza vacillava. Mi chiedevo se stessi davvero facendo la cosa giusta.

Per fortuna ho scelto di fidarmi di me stessa, della mia voce interna. Ho iniziato a formarmi, a leggere, a studiare… e soprattutto a seguire il mio istinto. Oggi so che quell’istinto è supportato anche dalla scienza. So che rispondere al bisogno di vicinanza, di contatto e rassicurazione non vizia il mio bambino, ma lo rende più sicuro, più autonomo, più fiducioso.


Foto di Jordan Whitt su Unsplash
Foto di Jordan Whitt su Unsplash

Ma allora, che cos'è davvero un vizio?

Il dizionario Treccani definisce il vizio come:

  • “Abitudine profondamente radicata che determina nell’individuo un desiderio quasi morboso di cosa che è o può essere nociva.”

  • “Abitudine non buona, difetto fastidioso ma non grave.”

  • “Voglia, capriccio.”

Come puoi vedere, si tratta sempre di qualcosa di considerato negativo. Ma davvero i bisogni di un neonato — contatto, vicinanza, contenimento — possono essere letti in questo modo?

Così come nessuno mette in discussione il bisogno primario di mangiare o dormire, non dovremmo dubitare del bisogno di contatto, accudimento, rassicurazione. Questi sono nutrimenti emotivi, fondamentali per lo sviluppo fisico, relazionale ed emotivo del bambino.

Questa citazione riportata nel libro di Elena Balsamo “Sono qui con te”, mi ha aiutata a trovare le parole giuste:

“I piccoli hanno bisogno di latte, sì, ma più ancora di essere amati e di ricevere carezze. Essere portati, cullati, carezzati, essere tenuti, massaggiati, sono tutti nutrimenti per i bambini piccoli, indispensabili, come le vitamine, i sali minerali e le proteine, se non di più.”— F. Leboyer


La scienza conferma tutto questo. Il contatto fisico tra genitore e neonato è un tocco che nutre. Nutre la relazione, sostiene l’equilibrio emotivo e fisiologico del bambino, è la base della fiducia, della compassione, dell’autoregolazione. È anche alla radice di un attaccamento sicuro, come ha spiegato John Bowlby, psicologo e psicoanalista britannico, fondatore della teoria dell’attaccamento.

Bowlby ci ricorda che l’attaccamento è un bisogno primario. La sua qualità incide profondamente sullo sviluppo psico-emotivo del bambino, e sulla sua capacità di creare relazioni sane nel corso della vita.


Janko Ferlič su Unsplash
Janko Ferlič su Unsplash

Benefici scientifici dell'ascoltare il proprio istinto

La neurobiologia e le neuroscienze hanno evidenziato che la sensibilità materna e la risposta pronta e adeguata ai segnali del bambino favoriscono lo sviluppo dell’autoregolazione, della sicurezza di base e di un cervello più resiliente. I sistemi limbico e prefrontale si sviluppano meglio in un ambiente emotivamente sicuro, dove il bambino si sente visto e compreso.

Inoltre, quando un genitore ascolta e si affida al proprio istinto, si attiva un circuito cerebrale legato all'empatia e alla connessione. Questo riduce lo stress, migliora la qualità della relazione e rafforza la capacità di rispondere con maggiore calma ed efficacia alle sfide quotidiane.


E allora come affrontare i commenti esterni? Ecco alcuni suggerimenti:

  • Fai spazio alla tua voce interiore: Ricorda che nessuno conosce il tuo bambino meglio di te. Se un consiglio ti fa sentire a disagio, chiediti: “Risponde davvero ai bisogni della mia famiglia?”.

  • Crea una frase pronta: Può aiutarti ad avere una risposta gentile ma ferma. Per esempio: “Grazie per il consiglio, ma abbiamo trovato un nostro equilibrio che ci fa stare bene”.

  • Cerca la tua "tribù": Circondati di persone che condividono la tua visione o che sanno ascoltare senza giudicare. Può essere una cerchia di mamme, un gruppo di babywearing o uno spazio online.

  • Informati e informa: A volte le opinioni si basano su vecchie credenze. Condividere fonti aggiornate e studi (senza polemica) può aprire uno spazio di riflessione anche nell’altro.


    Foto di Hannah Busing su Unsplash
    Foto di Hannah Busing su Unsplash

Fidarsi del proprio sentire, quindi, non è solo un atto d'amore: è un dono prezioso per la crescita serena del proprio bambino.

Ma c'è di più. Si tratta anche del diritto alla libertà di crescere il proprio bambino come si ritiene più giusto, in linea con i propri valori e in sintonia con la nostra voce più profonda. Quando noi genitori seguiamo gli schemi del "si è sempre fatto così" oppure del "verrà su bene lo stesso", spesso non lo facciamo consapevolmente, ma seguiamo automatismi appresi durante la nostra infanzia o che vediamo ripetuti intorno a noi. Ma se sentiamo che questi schemi non sono allineati con ciò in cui crediamo, o se la nostra voce interiore ci dice che quel comportamento non è giusto per la nostra famiglia, allora si apre una crepa.

Ed è proprio da quella crepa che può entrare la luce. È lì che possiamo ricucire con consapevolezza, scegliendo strumenti che siano davvero in sintonia con noi.


Nel prossimo articolo del blog esploreremo uno di questi strumenti e i benefici che può portare. Se vuoi scoprire quale sarà, rimani sintonizzato.

Se ti fa piacere scrivimi quale strategia risuona di più in te tra quelle elencate. Ti leggo!

 
 
 

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Francesca Etzi - Consulente del Portare e Insegnante di massaggio infantile

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