IL POTERE DEL CONTATTO PERCHÉ IL TUO BAMBINO (E TU) NE AVETE BISOGNO
- etzifra
- 20 mar
- Tempo di lettura: 4 min
Hai mai sentito il desiderio di tenere il tuo bambino tra le braccia per ore, semplicemente per sentirlo vicino? O ti sei mai chiesta perché, appena nato, il tuo piccolo sembra cercare il tuo calore e il battito del tuo cuore? O ancora, hai mai pensato a come sia stato il passaggio del tuo bambino dal tuo grembo al mondo esterno?
Il bisogno di contatto non è un semplice “capriccio”, ma una necessità biologica e psicologica, sia per il bambino che per la mamma. Comprendere da dove nasce e quali benefici porta può aiutarti a vivere con più serenità questi momenti preziosi di vicinanza emotiva e fisica.

1. Endo- ed Esogestazione: il contatto come continuità della vita intrauterina
Per nove mesi, il tuo bambino ha vissuto avvolto dal calore del tuo grembo, cullato dai movimenti del tuo corpo, ascoltando la tua voce, sentendo persino il tuo odore ed era immerso in un ambiente che gli offriva sicurezza e protezione. Questa fase è chiamata endogestazione. Questa fase termina con la nascita che però non segna un passaggio immediato all'indipendenza, anzi… Il neonato si trova ad affrontare forti rumori, odori, luci e soprattutto non si sente più avvolto e contenuto come all’interno del grembo materno. Gli esperti chiamano questa fase esogestazione e descrive i primi mesi di vita extrauterina (che convenzionalmente è considerata di circa 9 mesi), un arco di tempo in cui il neonato ha ancora bisogno di un contatto costante per sentirsi al sicuro, protetto e piano piano, gradualmente, adattarsi al mondo esterno.
Ti sei mai sentita in difficoltà, stanca e stremata al punto di pensare di lasciare il tuo bambino nella culla perché sembrava aver bisogno di stare solo tra le tue braccia? Questo accade perché per lui le tue braccia sono l'unico ambiente conosciuto e rassicurante. Accogliere questa richiesta è il gesto d’amore più grande che una mamma possa fare al suo bambino, sempre nell’ascolto dei tuoi bisogni.
2. Il bisogno di contatto del bambino e quello della mamma
Dalla nascita, il bambino è programmato per cercare il contatto con te. I riflessi neonatali, come il riflesso di prensione o la ricerca del seno quando dopo la nascita viene poggiato sulla tua pelle, sono reazioni biologiche per mantenere questa connessione. Il contatto non solo la calma, ma aiuta a regolare il suo battito cardiaco, la temperatura corporea e i livelli di stress.
Ma i benefici di questa vicinanza non sono solo per il neonato. Anche la mamma ha un forte bisogno di contatto. Dopo il parto, il corpo rilascia ossitocina, anche grazie alla stimolazione della poppata, che favorisce il legame e il benessere materno. Infatti a livello neurologico, l'ossitocina facilita il legame affettivo e l'attaccamento. La sua produzione aumenta grazie al contatto fisico amorevole.
Il contatto pelle a pelle non solo facilita l’allattamento, ma aiuta la mamma a sentirsi più sicura, competente e connessa con il proprio bambino.
Ti sei mai sentita più serena e rilassata quando tieni il tuo bambino vicino? Questo accade perché il contatto fisico ha effetti benefici anche su di te, rafforzando il legame e riducendo l’ansia.

3. Benefici dello stare a contatto: attaccamento e regolazione del sistema nervoso
Qual è la relazione tra gli aspetti fisici legati al contatto e quelli psicologici? Ci aiuta a capire questo legame lo psicologo John Bowlby padre della teoria dell’attaccamento. Bowlby ha dimostrando come il contatto fisico e la disponibilità emotiva del genitore siano fondamentali per lo sviluppo di una base sicura nel bambino, che lui chiama attaccamento sicuro. Un bambino che riceve contatto e risposte adeguate ai suoi bisogni sin dai primi mesi di vita svilupperà una maggiore fiducia in sè stesso e negli altri.
Il contatto ha anche un effetto diretto sul sistema nervoso. Studi dimostrano che i bambini portati in braccio o in fascia piangono meno e dormono meglio. Questo avviene perché il contatto aiuta a regolare il rilascio di cortisolo, l'ormone dello stress, e favorisce il rilascio di endorfine, che inducono rilassamento e benessere.
Quante volte hai notato che il tuo bambino si calma quasi immediatamente quando lo prendi in braccio? Questo accade perché il contatto fisico con te è la sua prima fonte di sicurezza e protezione.
4. Strumenti per favorire il contatto nella quotidianità
Abbiamo capito quanto sia importante il contatto. Ora vediamo alcuni strumenti pratici che ci permettono di integrare il contatto nella nostra vita quotidiana, rendendolo naturale e pratico.
Babywearing: portare il bambino in fascia o con un supporto ergonomico ricrea la condizione intrauterina e permette alla mamma di avere le mani libere. Inoltre, il movimento costante, l’odore, il rumore del battito del cuore e il calore materno aiutano il bambino a sentirsi al sicuro.
Massaggio infantile: il tocco amorevole della mamma attraverso la pelle, aiuta il bambino a rilassarsi, crea relazione tra chi pratica il massaggio e il bambino rafforzandone il legame.
Allattamento: oltre a fornire nutrimento, l’allattamento (non solo quello al seno!) è un potente strumento di connessione e rassicurazione.
Co-sleeping: dormire vicino al tuo bambino, in modo sicuro, aiuta a regolare il suo sonno e il tuo.
Presenza consapevole: non si tratta solo di contatto fisico, ma anche di sguardi, parole dolci e momenti di condivisione senza distrazioni.

Ti capita mai di sentirti sopraffatta dai mille impegni e di non avere tempo per goderti questi momenti di contatto? Oppure di non riuscire a calmare il tuo bambino e sentirti inadeguata? Io mi sono sentita spesso così all’inizio del mio percorso di neo-mamma e quello che mi ha guidato è la volontà di entrare in relazione con mio figlio. Ti regalo un promemoria che mi è stato utile: anche pochi minuti di presenza piena possono fare la differenza nel legame con il tuo bambino.
Conclusione
Il bisogno di contatto non è un'abitudine da correggere, un vizio da evitare, ma una necessità, un bisogno primario fondamentale per lo sviluppo emotivo e psicologico del bambino. Accoglierlo con consapevolezza e senza sensi di colpa aiuta a costruire una relazione solida e basata sulla fiducia reciproca.
Forse, la prossima volta che il tuo bambino cercherà le tue braccia, potrai vederlo non come una richiesta in più, ma come un'opportunità per rafforzare un legame prezioso con lui.
E tu, come vivi il bisogno di contatto nella tua quotidianità?
Fammi sapere nei commenti.
Tratterò in maniera più approfondita alcuni dei temi trattati o solo accennati in questo primo articolo del mio blog "Parliamoci conTatto" nei prossimi articoli. Rimani connessa!
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