Portare con amore: i benefici del babywearing sotto la lente di fisiologia, neurologia e relazione
- Francesca Etzi
- 2 lug
- Tempo di lettura: 6 min
Quando pensiamo al babywearing ci viene in mente prevalentemente una tecnica per trasportare il neonato o il bambino. Infatti, la traduzione del termine è proprio "indossare il proprio bambino”. In questa azione apparentemente fisica, in realtà si cela un atto intimo, un gesto che unisce corpo, mente e cuore. Il “portare” è una pratica antica che oggi è sempre più supportata dalla ricerca scientifica, che dimostra che il tenere a contatto risponde ai bisogni profondi della diade genitore-bambino, sostenendo salute, sviluppo e relazione. In questo articolo scopriremo come il babywearing agisca a più livelli — fisiologico, neurologico ed emotivo oltre che pratico –, alcuni suggerimenti su come iniziare e, visto l’avvicinarsi del periodo estivo come possa essere un alleato prezioso, anche in vacanza.

Benefici fisiologici: un abbraccio che cura
Il contatto ravvicinato con il corpo del genitore ha effetti profondi e immediati sul benessere fisico del bambino.
Innanzitutto, la termoregolazione avviene in modo naturale: il calore del corpo adulto aiuta il neonato a mantenere una temperatura stabile, proteggendolo da sbalzi termici troppo bruschi. Il contatto tattile continuo stimola la pelle, il primo organo sensoriale a svilupparsi, favorendo la calma grazie alla riduzione del cortisolo, l’ormone dello stress.
La posizione fisiologica — spesso detta “a ranocchietta” — garantisce uno sviluppo posturale corretto: la colonna vertebrale conserva la sua naturale curvatura e le anche si sviluppano in modo armonioso. Il portare si può adattare man mano che il bambino cresce, seguendo il suo sviluppo motorio, attraverso di supporti diversi e anche posizioni diverse sul corpo del genitore.
Un altro aspetto spesso sottovalutato è la stimolazione gastrointestinale: portare il bambino in posizione verticale, contenuto e cullato dal movimento, aiuta a ridurre le coliche e i disturbi da reflusso gastro-esofageo.
Infine, un beneficio molto apprezzato anche dai genitori è la distribuzione ottimale del peso: rispetto al tenere il bambino semplicemente in braccio, portare con un supporto ben regolato è più comodo e meno faticoso per il corpo del portatore. Questo è vero anche in relazione alle sollecitazioni sul pavimento pelvico della donna nel post-parto. Tema che avremmo modo di approfondire in successivi articoli.
Sviluppo neurologico: il cervello cresce con il movimento
Portare non è solo un gesto di vicinanza, ma un’opportunità quotidiana di stimolazione profonda e naturale per il cervello del bambino. Grazie al movimento continuo, spesso impercettibile, ma costante, il sistema vestibolare — responsabile dell’equilibrio e della coordinazione — viene attivato, sostenendo così la maturazione cerebrale fin dai primi giorni di vita.
Ma non finisce qui. Il babywearing favorisce anche una ricca integrazione sensoriale: il bambino, immerso nel corpo del genitore, percepisce odori, suoni e movimenti che lo aiutano a costruire una mappa ordinata del mondo. Un esempio emozionante è il battito del cuore materno, suono conosciuto e rassicurante che continua a trasmettere sicurezza, proprio come durante la gravidanza.
Anche l’osservazione attiva gioca un ruolo importante: dalla fascia, a un’altezza privilegiata, il bambino guarda, imita, apprende. È qui che entrano in gioco i neuroni specchio, che attivano processi di apprendimento per imitazione, fondamentali per lo sviluppo del linguaggio, delle emozioni e delle competenze sociali.

Legame e attaccamento: crescere insieme
Il babywearing è un ponte affettivo tra il mondo intrauterino e quello esterno. Favorisce un continuum tra endo ed esogestazione, accompagnando il neonato in un adattamento graduale alla vita fuori dal grembo. In questo passaggio delicato, essere portato aiuta il bambino a sentirsi ancora parte di quel corpo che lo ha contenuto e nutrito, alimentando un attaccamento sicuro e una profonda fiducia reciproca.
Il genitore, dal canto suo, impara ad ascoltare con più attenzione i segnali del bambino: fame, disagio, stanchezza o desiderio di contatto vengono colti più rapidamente, riducendo situazioni di stress e aumentando il suo senso di competenza.
Portare offre anche una forma concreta di contenimento: il bambino si sente protetto, non solo fisicamente, ma anche emotivamente, da stimoli esterni eccessivi. Stare in fascia lo scherma dalle “incursioni” di mani curiose, dai rumori forti o da luci troppo intense, offrendogli un rifugio sicuro.
Infine, non dimentichiamo l’importante sostegno che il babywearing offre all’allattamento: la posizione vicina e la possibilità di nutrire su richiesta, sia al seno che con il biberon, favorisce una relazione alimentare serena, riducendo anche i casi di reflusso e i momenti di pianto inconsolabile.
E per i papà? Offre l’occasione di recuperare quella distanza e insicurezza che, volenti o nolenti, affrontano rispetto al ruolo centrale che assume la mamma. Portare per un papà può significare ritagliarsi un momento speciale di condivisione, relazione e affetto esclusivo.
Ora che abbiamo visto i benefici del babywearing, penso che sia utile dare alcune tips per iniziare questo percorso con il tuo bambin@:
Prima inizi meglio è. Sapevi che puoi iniziare ad usare la fascia già durante la gravidanza? Prendere dimestichezza con un supporto che può sembrare difficile da governare è utile per prepararsi a quando poi dovrai usarlo con il tuo bambin@. Portare il pancione è una legatura molto simile a quella che poi potrai utilizzare nelle prime fasi di vita del tuo bambino. Da quando? Dal terzo trimestre di gravidanza, o comunque da quando il peso del pancione inizia a farsi sentire!
Fatti guidare da una consulente nella scelta del supporto adatto a te e al tuo bambin@. Esistono diversi supporti, non strutturati, semi strutturati e strutturati (li vedremo sicuramente in un altro approfondimento del blog!). Ognuno ha i suoi pro e contro e ogni genitore ha una preferenza d’uso. Orientarti nella scelta è sicuramente un aiuto già prima della nascita.
Non fare troppi acquisti in anticipo! Le tue esigenze, quelle del tuo bambino o quelle dell’altro genitore possono cambiare nel tempo. Scegli un primo supporto che possa andare bene per i primi mesi di vita e possa adattarsi allo sviluppo rapido del bambin@. Con il tempo capirai meglio con quali materiali o tipologie ti trovi bene e potrai decidere di cambiare o integrare i tuoi supporti.
No video on-line! So che sei tentata di comprare un supporto e imparare la legatura tramite un video on-line, ma ti assicuro che farti supportare in questa fase ti farà sentire più sicura nel portare il tuo bambino e soprattutto avrai una spiegazione e un supporto adattato al tuo caso individuale. Per cui se hai la possibilità, cerca la consulente più vicina a te!
Più lo usi e più ne sentirai il beneficio. Portare il proprio bambin@ crea dipendenza. Riuscire a calmarlo, a capirlo, a consolarlo o solamente sentirlo vicino a te porterà benefici a entrambi. Ma ricorda che solo tu sai cosa va bene per voi due; quindi, non c’è un tempo massimo o minimo, ascoltati e vedrai che tutto fluirà naturalmente.

Aspetti pratici e babywearing in vacanza
Ed infine visto che si avvicina l’estate e con essa il desiderio (e a volte anche la sfida!) di partire con i bambini piccoli e lo so... organizzare una vacanza con un neonato può sembrare un’impresa, ti svelo come il babywearing si rivela un alleato prezioso per rendere il viaggio più leggero — in tutti i sensi.
Portare in fascia durante le vacanze significa innanzitutto avere le mani libere: che tu stia esplorando un borgo, sistemando i bagagli o prendendoti cura di un fratellino più grande, la libertà di movimento è garantita.
Il babywearing è perfetto anche per muoversi in luoghi non sempre accessibili: niente passeggini bloccati sulla sabbia, tra i ciottoli o su scale ripide. Nei musei, in treno, in aeroporto o su una nave, il tuo bambino sarà sempre vicino e tu più agile.
Anche i momenti di riposo diventano più semplici: il supporto si trasforma in un nido accogliente dove il tuo piccol@ può addormentarsi secondo i propri ritmi, sentendosi al sicuro grazie al contatto costante.
E per quanto riguarda il clima? Nessun problema: con qualche accortezza puoi portare al mare o in montagna scegliendo tessuti leggeri e traspiranti, oppure stratificando in modo intelligente in caso di fresco serale.
✨ Un vantaggio in più? La valigia sarà più leggera! Niente passeggino da imbarcare o caricare in auto, più spazio per i tuoi abiti (o magari per un libro!).
🎒 Un ultimo consiglio pratico: prima di partire, informati sulla presenza di una fascioteca nella zona di vacanza. Molte offrono supporti a noleggio e consulenze pratiche, ideali anche per chi si avvicina al babywearing per la prima volta.
Siamo arrivate alla fine di questo primo viaggio all’interno del mondo del babywearing e credo che gli spunti di riflessione non siano mancati. Il babywearing è molto più che un gesto pratico: è un’esperienza di presenza, cura e complicità. In un abbraccio che sostiene salute, crescita e fiducia, portare il bambino diventa un modo straordinario per vivere le giornate con consapevolezza e leggerezza — anche in vacanza.
Ci sentiamo al prossimo articolo in cui, per rimanere sul pratico, parleremo dei benefici del massaggio infantile.
Se vuoi lasciare un commento ti leggo volentieri e ti aspetto al prossimo articolo!
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